Mi fissavi come se non volessi crederci. Ma nel profondo, lo sapevi, era così. Siamo stati testimoni di come il destino ha unito due anime, alla prima occhiata totalmente diverse, ma scavando così simili. “Avevo scordato quella piccola lettura che avevo fatto quando sono tornata a casa, anche perché non speravo di rivederti di nuovo là.” Al contrario, è successo, sei tornato ogni sera. Mi stavi guardando, con un pensiero in testa. Eri seduto vicino a me e mi hai preso entrambe le mani. Sospirando, hai sussurrato: “Vorrei andare nel tuo appartamento” Io ho stretto le tue mani, come se avessi avuto un sussulto. Non volevo lasciare questo posto magico, dove mi avevi portato poche ore prima. Non volevo lasciare la tua casa. La tua confortevole casa. Ho chiuso gli occhi. Non ero capace di dire nulla. Lentamente ti sei avvicinato. Hai messo il tuo volto contro il mio. I nostri sguardi si sono tuffati l’uno dentro l’altro. Alla fine ti ho sussurrato: “Non voglio andare, là c’è tutta la mia solitudine.” Mi hai guardato con tutto il tuo stupore e lentamente mi hai abbracciato. Ma capivo che avevi bisogno di vedere dove vivevo. Poi mi hai detto, con la tua voce profonda che amavo tanto: “Lo capisco. Puoi prendere qualcosa che ti serve da lì. Poi torniamo, te lo prometto.” Lo avevi detto con tutta la tua dolcezza.