Mi hai guardato, come se volessi spiegarmi quali fossero i tuoi veri sentimenti. Avevi ancora la mia mano nella tua ed era come se mi volessi portare in un posto immaginario. Poi ho capito, era il tuo cuore. Lentamente e gentilmente, mi hai portato là, nel tuo angolo preferito, senza levarmi gli occhi di dosso, hai cominciato a sussurrarmi. “Da quando ti ho visto… tutti i miei dubbi, tutte le mie paure sono scomparse. Ho affrontato uno dei più duri momenti della mia vita, come ti ho detto.” Ero di fronte a te, in silenzio, tenendo la tua mano e anche io non ho distolto lo sguardo. Hai continuato a raccontarmi. “Qualcosa nei tuoi occhi, mi ha detto di andare avanti e l’ho fatto…Quando sono tornato a casa ho preso tutti questi fogli e ho cominciato a scrivere. Ero, come ipnotizzato dalla luce che emanavi” Ti ascoltavo, anche io, ipnotizzata dalle tue parole. Sapevo che c’era qualcosa di più e lentamente ho preso un respiro profondo e ho chiuso gli occhi. Mentre li tenevo chiusi ho sentito la tua mano stringere forte la mia. Il mio cuore batteva sempre più veloce. Le nostre pietre erano ancora sul tavolino, ben separate dalle altre. La tua voce risuonava come un incantesimo nell’aria. Gli avevo chiusi quando ho sentito nuovamente la tua voce: “Quello che non ho realizzato, dalla sera che ho cominciato a scrivere su di te… erano le pietre… Ero talmente preso da quello che stavo scrivendo che non avevo notato che QUESTE erano separate dalle altre”. Hai indicato le stesse pietre che erano sul tavolo. Mi fissavi, come io stavo fissando te. Con gli occhi spalancati. Stavo per parlare, ma milioni di pensieri e ora altre domande, affollavano la mia mente. Sospirai solamente. Rimanemmo così a lungo. Nel profondo, ormai, entrambi, sapevamo cosa fosse accaduto nella nostra vita.