Quando fui sull’ultimo scalino, mi hai alzato e lentamente mi hai fatto scivolare sul tuo corpo. I nostri sguardi si sono tuffati l’uno nell’altro, un’altra volta in quell’atmosfera che eravamo riusciti a creare. Mi hai ripetuto:” Sei bellissima. Sei capace di lasciarmi senza respiro”. In quei secondi i nostri corpi si sono sfiorati, mente gentilmente mi hai messo di fronte a te senza levare le mani dai miei fianchi. Mi hai chiesto: “Va bene… quello che ti…”. Ti ho sussurrato: “E’ tutto perfetto” accarezzandoti il volto, sussurrandoti ancora una volta: “Grazie.” Sembravi, quasi arrossito. Nell’aria c’era un eccitazione che si alimentava da sola ogni volta che le nostre magliette si sfioravano. Eravamo ancora uno di fronte all’altro. Sembrava che quel momento dovesse durare per l’eternità, ma lentamente ci siamo mossi. Non mi hai tolto gli occhi di dosso. Volevo esplorare la grande stanza. Il piccolo spazio col tavolino con tutti fogli sopra, sarebbe stato l’ultimo. Ero curiosa di vedere cosa ci fosse nella tua vita, oltre a ciò che avevo già visto.