348° capitolo

easy08fondigranaIl piccolo ha bussato all’appartamento. Nessuno lo aveva mai fatto prima. Hai aperto la porta e Il Piccolo ti ha fissato senza dire niente. Dietro di lui c’era Fenkuz che lo guardava con occhi severi, il Piccolo sapeva di aver disobbedito all’unica regola del mondo intero “Non bussare mai alla porta quando è chiusa”, ma sembrava che non gliene importasse. Aveva qualcosa di importante da dirci, ed era qualcosa che The Big One voleva farci sapere immediatamente. Il Piccolo ha dato un’occhiata all’interno. Mi ha visto e mi ha sorriso. L’ho invitato ad entrare, ma questa volta ha rifiutato. Eri inginocchiato e stavi per chiedergli qualcosa, ma lui ti aveva anticipato e quasi ansioso, ha detto solo “N.I.P … N.I.P … “e ti ha preso le mani. Voleva portarti subito al villaggio dei Morgur e quasi si stava dimenticando di me. Ti sei alzato da solo e hai lasciato le sue piccole zampine colorate per entrare nell’appartamento e aiutarmi ad alzarmi in piedi. Volevi coinvolgermi sin dall’inizio, quindi, anche in questa parte. I nostri cuori battevano come pazzi. Per un attimo siamo rimasti immobili, uno di fronte all’altro e in un sussurro mi hai detto: “Ti amo tanto … vieni”. Delicatamente mi hai preso la mano e abbiamo seguito Il Piccolo. Avevamo notato lo sguardo di Fenkuz verso di lui. Gli avevo sorriso dolcemente. Fenkuz mi guardò e tornò nel suo cespuglio borbottando qualcosa, ma poi ci seguì. A pochi metri dall’albero dov’era il cespuglio di Fenkuz, si apriva il cancello del villaggio dei Morgur e questa volta siamo entrati dall’ingresso principale. Avevamo attraversato la capanna del Leaner One e di fronte a noi la capanna principale del villaggio. La grande porta era aperta e dietro il grande tavolo al centro c’era The Big One in piedi con le zampe sulla mappa di Blue City. Intorno al tavolo c’erano in piedi, i nostri ragazzi che stavano ascoltando The Big One che dava alcune piccole e utili istruzioni a tutti quanti. L’unico che stava poggiato su un grosso e robusto bastone di legno, era Kapi, accanto alla stufa rotonda in ghisa scura e pesante. Entrando nella capanna ci sentivamo degli intrusi, ma subito Il Grande ci ha mostrato la mappa e le nuove segnalazioni, i nuovi vicoli in cui saremmo potuti entrare ed uscire senza problemi. Mentre The Big One ci mostrava tutto, avevamo condiviso alcuni piccoli sguardi. Ognuno diceva la propria opinione, come era giusto che fosse.
Ad un certo punto mi hai preso la mano e dolcemente mi hai accompagnato accanto al tavolo. Ti sei messo dietro di me. Volevi mostrarmi meglio le strade, i viali, i vicoli, e timidamente mi hai indicato da dove avremmo fatto il salto, guardando i nostri ragazzi e tutti annuirono. Subito dopo avermi stretto contro il tuo petto, mi hai avvolto nel tuo dolce abbraccio e in un orecchio, hai sussurrato “Presto saremo lì”. Per un secondo ho chiuso gli occhi e ho rivissuto quando eravamo nella Burn Valley e tu mi hai mostrato Blue City nella nostra immaginazione.”

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