Timidamente mi stavi sorridendo. Io stavo ancora guardando l’anello che mi avevi appena dato. Di tanto in tanto sospirammo insieme. Capimmo che in quel gesto c’era qualcosa più profondo di un semplice scambio di doni. Come Ansuz ci aveva detto. C’era stata unione di anime, di cuori, di sentimenti e di emozioni, come Gebo ci aveva suggerito. Ci siamo sorrisi, così nervosamente che, quasi eravamo imbarazzati. In quei momenti, non sapevamo cosa dire, ma sapevamo perfettamente cosa stavamo provando. Come un grande pugno nei nostri stomaci che si fondevano insieme. Era la più bella sensazione che avessimo provato finora. Ti sei alzato dal divano, ma lentamente ti sei chinato per baciarmi dolcemente, poi teneramente mi hai chiesto: “Hai ancora fame?”, carezzandomi il volto, sei andato in cucina. Io ero ancora incantata dall’anello e dalle emozioni che ci avevano circondato, ma ti ho risposto: “Si…”. Mi stavo alzando, ma tu guardandomi hai detto dolcemente: “Rimani là, te lo porto io”. Mi sono riseduta sul divano, aspettandoti.
Ho chiuso gli occhi.
Sospirai.