Ormai non distoglievamo lo sguardo, l’un dall’altro. In quella grande stanza, con lo stretto necessario, era calata un’atmosfera che non credevamo fosse reale. Ci siamo guardati, mentre cercavamo di risvegliarci da quella strana sensazione. All’improvviso, mi hai fissato chiedendomi ‘ Hey! lo senti?’. Mettendomi le dita sulle labbra: “Ascolta…”. Una soffice melodia risuonava nella stanza, ma tu non avevi messo nessun tipo di musica. Sul tavolino di fronte a noi, qualcosa stava accadendo. Tra le pietre di quarzo rosa, si stava alzando una piccola luce, e alcune stavano fluttuando. Alla fine, lentamente, le pietre che prima si erano librate nell’aria si sono posate sulle mie gambe. Mi fissavi senza parole ed hai sussurrato: “Com’è stato possibile?”. Ero senza parole come te, se non di più. Ho scosso la testa. Non sapevo cosa risponderti. Non ci staccavamo gli occhi di dosso, ma lentamente, entrambi abbiamo fissato le pietre sulle mie gambe. Erano tre.