Ci stavamo contemplando, mentre stavamo cercando di entrare l’uno nella mente dell’altro, per cercare di capire quale tipo di magica connessione c’era fra noi e le pietre. Perché c’era. Mentre mi posavo sul tuo petto, ormai immersa in quel mondo da dove non mi sarei mai voluta svegliare, tu gentilmente hai sussurrato, “Raccontami la tua storia”. Questa richiesta, mi ha fatto sentire un po’ in imbarazzo. “Da dove comincio?’” Mi sono messa davanti a te, faccia a faccia. Ho cominciato, mentre mi stavi guardando dolcemente, e dolcemente mi stavi sorridendo. Ho preso un bel respiro profondo, tu mi hai preso la mano e l’hai messa sulle tue gambe, tenendola stretta nella tua. “Forse, come hai notato nel bar, sono una ragazza solitaria. Mi piace molto osservare l’essere umano, e imparare da ciò che vedo, da quello che sento. Poi raccolgo tutto questo e comincio a scrivere quello che provo. Ma quando…” In quel momento mi sono fermata, sono arrossita e ho girato lo sguardo da un’altra parte, mentre sentivo le tue mani stringere più forte le mie. Hai continuato ciò che volevo dire. ”’Da quando hai conosciuto “Lui”…qualcosa è cambiato, giusto?” Stavo morendo dentro. Volevo scappare. Volevo correre il più veloce possibile, ma tu eri là accanto a me e le nostre dita erano incrociate. Mi hai fissato per un po’, poi hai detto: “Va bene, se non vuoi, forse non dovevo chiedertelo.” Mi stavo tuffando nei tuoi occhi.” “E’ solo che…” Questa mia frase rimase sospesa nell’aria, fino a che non mi hai chiesto “Dove nasce il tuo amore per le nostre pietre?” Ci siamo guardati profondamente, mentre non mi rendevo conto che mi stavo avvicinando a te, mettendo lentamente la mia mano sul tuo petto “Ho cominciato a studiarle molto tempo fa…” e ti ho raccontato che sin da bambina avevo delle percezioni che in futuro si sarebbero rivelate vere; che ero sempre stata affascinata dalla magia e che mai avrei pensato che “le pietre” fossero davvero magiche. Ogni volta che facevo le letture, mi dicevano sempre la verità.