Durante quel pomeriggio, cercammo di andare avanti normalmente, ma è stato impossibile.
Ogni emozione che provammo era amplificata e cercammo di scoprire insieme qualcosa della nostra vita del passato vissuta insieme.
Mentre ero sul divano e ti parlavo, tu preparavi qualcosa. Mangiammo.
Stavo ricordando quale fosse stato il tuo impatto su di me, quando eri entrato la prima volta nel bar e tutto attorno a me, anche in quel locale scuro, divenne più chiaro.
Stavi ascoltandomi come se ti stessi raccontando una favola.
Quelle emozioni erano attorno a noi, e tu eri affascinato dalle mie parole. Era come se le provassi di nuovo per prima volta.
“Ti ho notato immediatamente… dalla prima notte che sei entrato nel bar.” Ho detto.
“Io, invece ti ho notato più tardi. Le prime volte che sono entrato, ero con i mei amici, ma quando ho voltato la faccia verso di te e il nostro sguardo si è incrociato, ho percepito qualcosa”.
Ora ci guardammo profondamente e nei nostri sguardi abbiamo intravisto alcune ombre.
Rimanemmo senza fiato. Non ci chiedemmo se avessimo visto qualcosa, perché sarebbe stata una domanda stupida.
Avevamo visto qualcosa e quello che stavamo provando ci ha sopraffatto.